La guida di Raffaella

Andrea
La guida di Raffaella

Le Guide ai Quartieri

Campo de' Fiori è una piazza di Roma, tra via dei Giubbonari e piazza della Cancelleria, ai confini dei rioni Parione e Regola. Fino al Quattrocento la piazza non esisteva in quanto tale, e al suo posto vi era un prato fiorito con alcuni orti coltivati, da cui il nome. Secondo una tradizione inattendibile, la piazza dovrebbe invece il suo nome a Flora. Un mercato a cielo aperto, accerchiato da ristoranti dove si può assaporare la cucina tipica romana oppure rilassarsi con un aperitivo.
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Piazza Campo de' Fiori
Campo de' Fiori
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Campo de' Fiori è una piazza di Roma, tra via dei Giubbonari e piazza della Cancelleria, ai confini dei rioni Parione e Regola. Fino al Quattrocento la piazza non esisteva in quanto tale, e al suo posto vi era un prato fiorito con alcuni orti coltivati, da cui il nome. Secondo una tradizione inattendibile, la piazza dovrebbe invece il suo nome a Flora. Un mercato a cielo aperto, accerchiato da ristoranti dove si può assaporare la cucina tipica romana oppure rilassarsi con un aperitivo.
Trastevere è il tredicesimo rione di Roma, indicato con R. XIII, nonché il più esteso. Il toponimo indica anche la zona urbanistica 1B del Municipio Roma I di Roma Capitale. Il nome deriva dal latino trans Tiberim ("al di là del Tevere"), che era già il nome antico della corrispondente regione augustea, perché la città ebbe origine e principale sviluppo invece nella sponda opposta.
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Trastevere
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Trastevere è il tredicesimo rione di Roma, indicato con R. XIII, nonché il più esteso. Il toponimo indica anche la zona urbanistica 1B del Municipio Roma I di Roma Capitale. Il nome deriva dal latino trans Tiberim ("al di là del Tevere"), che era già il nome antico della corrispondente regione augustea, perché la città ebbe origine e principale sviluppo invece nella sponda opposta.

Visite turistiche

Piazza Navona, ai tempi dell'antica Roma, era lo Stadio di Domiziano che fu fatto costruire dall'imperatore Domiziano nell'85 e nel III secolo fu restaurato da Alessandro Severo. Era lungo 265 metri, largo 106 e poteva ospitare 30.000 spettatori. Lo stadio era riccamente decorato con alcune statue, una delle quali è quella di Pasquino (forse una copia di un gruppo ellenistico pergameno che si presume rappresentante Menelao che sorregge il corpo di Patroclo), ora nell'omonima piazza di fianco a Piazza Navona. Poiché era uno stadio e non un circo, non c'erano i carceres (i cancelli da cui uscivano i cavalli da corsa) né la spina (il muro divisorio intorno a cui correvano i cavalli) come ad esempio il Circo Massimo, ma era tutto libero ed utilizzato per le gare degli atleti. L'obelisco che ora è al centro della piazza non si trovava lì, ma viene dal circo di Massenzio, che è tuttora sulla via Appia. Il nome della piazza era originariamente "in Agone"[1] (dal latino in agonis, "giochi") poiché lo stadio era usato solo ed esclusivamente per le gare di atletica. Anticamente la piazza era concava, si bloccavano le chiusure delle tre fontane e l'acqua usciva in modo da allagare la piazza. Tra X e XI secolo il Campus Agonis con le sue Cryptas erano interamente di proprietà dell'Abbazia di Farfa, per passare nel XIII secolo interamente sotto il controllo del magistrato romano della camera capitolina da destinare periodicamente ad uso ludico, uso che si protrarrà fino ad età rinascimentale avanzata quando ancora appare come area adibita ad addestramento cavalleresco e ludi carnevaleschi. In questo breve intervallo la proprietà del Circus Agonis risulta frazionato tra proprietari privati ed enti ecclesiastici[2]. Che la piazza "in Nagoni" fosse tornata ad essere utilizzata a fini ludici se ne ha testimonianza già nella seconda metà del XV secolo, durante il regno di Paolo II in occasione del Carnevale e nel 1476, in occasione di una giostra organizzata dalla famiglia di papa Sisto IV nel giorno di San Marco[3]. Tra il 1810 ed il 1839 nella piazza si tennero le corse al fantino, ossia corse di cavalli montati (che però non avevano parentela con le
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納沃納廣場
Piazza Navona
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Piazza Navona, ai tempi dell'antica Roma, era lo Stadio di Domiziano che fu fatto costruire dall'imperatore Domiziano nell'85 e nel III secolo fu restaurato da Alessandro Severo. Era lungo 265 metri, largo 106 e poteva ospitare 30.000 spettatori. Lo stadio era riccamente decorato con alcune statue, una delle quali è quella di Pasquino (forse una copia di un gruppo ellenistico pergameno che si presume rappresentante Menelao che sorregge il corpo di Patroclo), ora nell'omonima piazza di fianco a Piazza Navona. Poiché era uno stadio e non un circo, non c'erano i carceres (i cancelli da cui uscivano i cavalli da corsa) né la spina (il muro divisorio intorno a cui correvano i cavalli) come ad esempio il Circo Massimo, ma era tutto libero ed utilizzato per le gare degli atleti. L'obelisco che ora è al centro della piazza non si trovava lì, ma viene dal circo di Massenzio, che è tuttora sulla via Appia. Il nome della piazza era originariamente "in Agone"[1] (dal latino in agonis, "giochi") poiché lo stadio era usato solo ed esclusivamente per le gare di atletica. Anticamente la piazza era concava, si bloccavano le chiusure delle tre fontane e l'acqua usciva in modo da allagare la piazza. Tra X e XI secolo il Campus Agonis con le sue Cryptas erano interamente di proprietà dell'Abbazia di Farfa, per passare nel XIII secolo interamente sotto il controllo del magistrato romano della camera capitolina da destinare periodicamente ad uso ludico, uso che si protrarrà fino ad età rinascimentale avanzata quando ancora appare come area adibita ad addestramento cavalleresco e ludi carnevaleschi. In questo breve intervallo la proprietà del Circus Agonis risulta frazionato tra proprietari privati ed enti ecclesiastici[2]. Che la piazza "in Nagoni" fosse tornata ad essere utilizzata a fini ludici se ne ha testimonianza già nella seconda metà del XV secolo, durante il regno di Paolo II in occasione del Carnevale e nel 1476, in occasione di una giostra organizzata dalla famiglia di papa Sisto IV nel giorno di San Marco[3]. Tra il 1810 ed il 1839 nella piazza si tennero le corse al fantino, ossia corse di cavalli montati (che però non avevano parentela con le
La Città del Vaticano, ufficialmente Stato della Città del Vaticano (in latino: Status Civitatis Vaticanæ[12]), comunemente chiamata anche semplicemente Vaticano, o per antonomasia San Pietro, o imprecisamente Santa Sede, è uno stato senza sbocco al mare dell'Europa occidentale. È il più piccolo stato sovrano del mondo sia per popolazione (605 abitanti)[13] sia per estensione territoriale (0,44 km²), ma proprio quest'ultima pone al contempo lo Stato al terzo posto nel mondo per densità di popolazione.[14] Lo Stato della Città del Vaticano, erede dello Stato Pontificio, nasce l'11 febbraio 1929 a seguito della firma dei Patti Lateranensi tra Benito Mussolini e Pietro Gasparri, rispettivamente i rappresentanti del Regno d'Italia e della Santa Sede. La Città del Vaticano è un'enclave nel territorio della Repubblica Italiana inserita nel tessuto urbano della città di Roma. Nello stato vige un regime di monarchia assoluta[15] teocratica ierocratica elettiva di tipo patrimoniale,[16] con a capo il papa della Chiesa cattolica. La lingua ufficiale è l'italiano, mentre il latino è la lingua ufficiale della Santa Sede. Lo Stato della Città del Vaticano batte moneta propria, ma, per effetto dell'unione doganale e monetaria con l'Italia, adotta l'euro, che negli otto tagli delle monete metalliche riportano nella faccia nazionale l'effigie del papa regnante, ovvero soggetti vaticani, ed emette propri francobolli, utilizzabili per il servizio postale verso tutto il mondo (ma ovviamente solo con spedizione dalle Poste Vaticane). Importanti le serie commemorative delle monete e dei francobolli molto ricercate dai numismatici e dai filatelici di tutto il mondo[17]. In Vaticano è inoltre edito un giornale quotidiano, L'Osservatore Romano, fondato nel 1861, e dal 1931 funziona una emittente, la Radio Vaticana, che trasmette in tutto il mondo in varie lingue.
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Vatican City
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La Città del Vaticano, ufficialmente Stato della Città del Vaticano (in latino: Status Civitatis Vaticanæ[12]), comunemente chiamata anche semplicemente Vaticano, o per antonomasia San Pietro, o imprecisamente Santa Sede, è uno stato senza sbocco al mare dell'Europa occidentale. È il più piccolo stato sovrano del mondo sia per popolazione (605 abitanti)[13] sia per estensione territoriale (0,44 km²), ma proprio quest'ultima pone al contempo lo Stato al terzo posto nel mondo per densità di popolazione.[14] Lo Stato della Città del Vaticano, erede dello Stato Pontificio, nasce l'11 febbraio 1929 a seguito della firma dei Patti Lateranensi tra Benito Mussolini e Pietro Gasparri, rispettivamente i rappresentanti del Regno d'Italia e della Santa Sede. La Città del Vaticano è un'enclave nel territorio della Repubblica Italiana inserita nel tessuto urbano della città di Roma. Nello stato vige un regime di monarchia assoluta[15] teocratica ierocratica elettiva di tipo patrimoniale,[16] con a capo il papa della Chiesa cattolica. La lingua ufficiale è l'italiano, mentre il latino è la lingua ufficiale della Santa Sede. Lo Stato della Città del Vaticano batte moneta propria, ma, per effetto dell'unione doganale e monetaria con l'Italia, adotta l'euro, che negli otto tagli delle monete metalliche riportano nella faccia nazionale l'effigie del papa regnante, ovvero soggetti vaticani, ed emette propri francobolli, utilizzabili per il servizio postale verso tutto il mondo (ma ovviamente solo con spedizione dalle Poste Vaticane). Importanti le serie commemorative delle monete e dei francobolli molto ricercate dai numismatici e dai filatelici di tutto il mondo[17]. In Vaticano è inoltre edito un giornale quotidiano, L'Osservatore Romano, fondato nel 1861, e dal 1931 funziona una emittente, la Radio Vaticana, che trasmette in tutto il mondo in varie lingue.